sabato 29 ottobre 2011

ORAMAI E' DIVENTATO UNA BOMBA SENZA CONTROLLO.....

Giacomo Salerno
LA GAFFE SULL'EURO E', FORSE, LA PIU' GRAVE DI TUTTE. MA QUI SI FA FINTA DI NIENTE. MENO MALE CHE PER L'EUROPA E' SOLO UN PATETICO BUFFONE
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L'ULTIMO STRAPPO DEL CAVALIERE DISPERATO
Masimo Riva
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Le invettive — perché di questo esattamente si tratta — che Silvio Berlusconi ha lanciato ieri contro l’euro non sono voci dal sen fuggite.
E c’è poco, quindi, da tentare di ridimensionarle. Palazzo Chigi ha denunciato in serata interpretazioni maliziose e distorte, ma è il solito stucchevole copione di smentite tardive e bugiarde. Il fatto è che il Cavaliere, come gli è già capitato ormai decine e decine di altre volte, ha detto esattamente quello che pensa in cuor suo, secondo quella visione grossolana e sostanzialmente incolta dei problemi che gli tocca di affrontare in qualità di presidente del Consiglio. Denigrare l’euro come una moneta «strana perché attaccabile sui mercati» è una gaffe politica imperdonabile in una fase di estrema delicatezza come l’attuale.
Proprio mentre il Paese è chiamato a fare sacrifici durissimi per salvare la propria economia, proprio mentre gli stati dell’Unione cercano in tutti i modi di salvare Eurolandia, il Cavaliere si sfoga contro la moneta unica che non “convince nessuno”.

Ma la sua è molto peggio di una gaffe: significa non aver capito nulla né del ruolo della moneta unica nel processo di costruzione dell’Europa né degli enormi benefici che il nostro Paese ha tratto e potrà continuare a trarre dalla partecipazione a questa storica trasformazione del vecchio continente in una grande area di stabilità e di democrazia a vantaggio dell’intero pianeta.
E non basta: significa non possedere nemmeno gli elementi di conoscenza elementare per capire ciò che sta accadendo da mesi sui mercati finanziari. Che senso ha, per esempio, parlare di moneta «strana perché attaccabile»?
Ma dove ha vissuto finora il sedicente imprenditore di successo Berlusconi? Tutte le monete sono attaccabili dalla speculazione: la storia della lira, della sterlina, del franco e perfino del dollaro ne hanno dato ripetute dimostrazioni.
Il fatto è che da qualche tempo ormai il Cavaliere dà chiari segni di aprire la bocca per dare sfogo ai suoi confusi malumori senza rendersi conto di pronunciare parole che — ahinoi — impegnano il presidente del Consiglio della Repubblica Italiana.

Sul piano intimistico si può anche comprendere che egli si senta infastidito o addirittura assediato dalle regole di disciplina imposte dalla partecipazione del nostro paese al condominio monetario europeo.
Così come si può capirne la frustrazione di non sentirsi preso sul serio ormai in nessun consesso internazionale e perciò non resista all’impulso di rovesciare il tavolo ignorando anche le norme più elementari della correttezza politica.
Ma egli ricopre la carica di capo del governo e così coinvolge nelle nefaste conseguenze dei suoi malesseri il destino dell’intero paese.

Appena qualche giorno fa hanno suscitato inviperite reazioni di difesa patriottica gli umilianti sorrisi coi quali Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno commentato una domanda sull’affidabilità degli impegni berlusconiani.
In realtà, ci è andata ancora bene. Se in Europa dovessero prendere sul serio le parole pronunciate ieri dal Cavaliere contro l’euro, l’Italia rischia di essere lasciata da sola alla mercé dei mercati con il suo debito e tutti gli altri guai al seguito.

Ancora una volta Berlusconi ha dimostrato che il suo ritiro dalla scena è la prima emergenza nazionale.

(La Repubblica)Visualizza altro

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